La mandragola, di Niccolò Machiavelli.

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°Jo.Sawyer°
view post Posted on 28/5/2010, 14:40




Commedia in prosa in cinque atti preceduti da un prologo in forma di canzone.La datazione non è sicura,ma è certo che la Mandragola fu composta,rappresentata per la prima volta e data alle stampe tra il 1518 e il 1520.In occasione di una rappresentazione faentina del 1526,la commedia si arricchì di sei canzoni,distribuite prima del prologo e alla fine di ogni atto.
Il prologo,nel quale compare il titolo Mandragola,è recitato dalla voce autoriale,che,rivolgendosi ai «benigni auditori»,presenta i personaggi-caratteri moralmente disdicevoli,ad eccezione della protagonista femminile-narra l'antefatto e recita la propria apologia,giustificando la composizione di un'opera "leggera" con la contingente impossibilità di dedicarsi ad imprese più virtuose.
Atto I.L'azione si svolge a Firenze e prende le mosse da una confidenza che Callimaco Guadagno, giovane innamorato,fa a Siro,suo servo fedele.Callimaco,appena rientrato in Italia dopo una permanenza di vent'anni a Parigi,è vittima di un amore "di lontano" per la fiorentina Lucrezia,le cui lodi ha sentito tessere a Parigi da un cugino di lei.Lucrezia è la savia e onesta moglie di messer Nicia Calfucci,"el più semplice ed el più sciocco uomo di Firenze",nonostante la laurea in legge.Il giovane,deciso a conquistare la donna a tutti i costi,sa che i due coniugi sono tormentati dal desiderio di avere figli,ancora insoddisfatto dopo sei anni di matrimonio. La stoltezza di messer Nicia,il tormento dei due coniugi e l'avidità umana permettono a Callimaco di tessere un inganno che lo porterà a raggiungere il suo scopo,grazie alla collaborazione,ottenuta con vari mezzi,di Siro,del parassita Ligurio,assiduo frequentatore di casa Calfucci,di Sostrata,la madre di Lucrezia,e del poco spirituale frate Timoteo.
Atto II. Callimaco si finge medico e riceve in casa propria Ligurio e messer Nicia. "Maestro Callimaco" prescrive una pozione di mandragola come medicina sicuramente efficace contro la presunta sterilità di Lucrezia, avvertendo messer Nicia dell'unica grave controindicazione: la morte del primo uomo che farà all'amore con la donna, dopo che essa avrà assunto la pozione. Lo stesso Callimaco suggerisce una facile soluzione a questo nuovo problema: messer Nicia sarà così saggio da rassegnarsi, per una notte, a cedere la propria moglie ad un "garzonaccio" (naturalmente sarà Callimaco travestito) che egli stesso, Callimaco (fra' Timoteo travestito), Ligurio e Siro preleveranno in strada e condurranno a forza in camera di Lucrezia. A questo punto rimane un unico inconveniente: la difficoltà di convincere Lucrezia, donna religiosa, «onestissima e al tutto aliena dalle cose d'amore», a sottoporsi alla terapia proposta.
Atto III. Entrano in scena Sostrata, la madre di Lucrezia, facilmente persuasa dell'opportunità di «pigliare de' cattivi partiti el migliore», e frate Timoteo, al quale Ligurio promette una ricchissima elemosina (naturalmente dalle tasche dello sbalordito ma rassegnato messer Nicia) in cambio del suo imprescindibile aiuto nell'opera
 
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