"Fabrizio De André nasce a Genova il 18 Febbraio 1940. Qui Fabrizio frequenta le elementari, le medie, poi gli studi liceali, avvicinandosi alla poesia, alla musica e al teatro e stringendo amicizia con personaggi destinati come lui a diventare famosi, come Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Paolo Villaggio e il regista Aldo Trionfo. Si iscrive alla facoltà di Legge, ma intanto suona chitarra e violino in concerti jazz e folk e scrive le prime ballate, sotto l'influenza di George Brassens e della musica trobadorica medievale: vocazione artistica che lo allontana inesorabilmente dal destino di avvocato e lo porta a rinunciare alla laurea. Il suo primo disco (ormai dimenticato) esce nel '58, seguito da altri episodi a 45 giri, ma la svolta artistica matura diversi anni dopo, quando Mina gli incide "La Canzone di Marinella", che si trasforma in un grande successo.
"Se una voce miracolosa non avesse interpretato la "Canzone di Marinella", con tutta probabilità avrei terminato gli Studi in Legge per dedicarmi all'avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore…", Comincia così solo nella seconda metà degli anni Sessanta per lui il vero "mestiere della musica". [...] L'11 gennaio 1999 Fabrizio De André muore a Milano, stroncato da un male incurabile. I suoi funerali si svolgono il 13 gennaio a Genova alla presenza di oltre diecimila persone."
Non posso non inserire una discussione su quello che considero il miglior cantautore Italiano (se non del mondo). Un poeta a tutti gli effetti e un uomo straordinario, che aveva nel Dna un sentimento ormai quasi conosciuto: La Pietà. Pietà per gli ultimi, per i vinti, per le minoranze e rispetto per ogni tipo di cultura..non semplice tolleranza, attenzione!
Mi piace pensare che le sue canzoni "sanno di umanità", proprio perchè combattono quella sopraffazione istintiva, la parte più bestiale dell'uomo.
"Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile." - F. De Andrè
"Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità di verità." - Smisurata Preghiera