Improvvisazione

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Niño
view post Posted on 19/1/2012, 02:25 by: Niño




La chiamano improvvisazione, l'arte di realizzare secondo dopo secondo l'indicibile vento che spira e lasciarlo adagiarsi tra le mani e fare, realizzare, ora parola e ancora nuova parola che rincorre l'altra e io che rincorro il nulla sferico della realtà, un palloncino gonfio di speranze e cadaverici respiri che s'ammassano, istante dopo istante ad ingrossare il palloncino finchè non scoppierà una volta per tutte. San Giovanni nel Vangelo disse che "...il vento soffia dove vuole e ne senti la voce ma non sai di dove viene e dove va" così è forse l'artista, in questo caso senza l'aborto religione-avvizzita che trascende e sposta là dove non c'è più vita e Dio tace una volta per tutte. Dio. Il Divino. Il misericordioso custode dei nostri giorni. La tragicità di un Dio che non parla la parola dell'arte, parola che tace e pur sempre parola, non ancora silenzio e Spirito DiVino (alla Zucchero Sugar Fornaciari). Meglio bere e scaldarsi un po' il cuore, farsi meno soli, illudersi e per un istante brevissimo di vita, di sogno e menzogna, non pensarsi più soli. Credere nel calore altrui e immaginarselo già nostro, domani si tornerà all'oblio ma questa sera meglio racchiudersi tra le braccia della notte fino a perdersi e ricambiare il favore tra le gambe con sesso-nicotina-di-caffè senza senso, non vuole senso, è solo un modo di scappare più lontano da se stessi e in verità non ci si muove di un passo, perchè non c'è movimento nell'infinito smarrirsi di noi esseri umani. Moby Dick! Signore e signori, la balena bianca! Bianca, perchè bianca? Il bianco è un colore che non è un colore, è l'assenza di colore. Moby Dick è il vuoto, il male senza nome, il "male di vivere" esistenziale che non comprenderemo mai, che non vedremo mai nella sua interezza ma intanto il mostro ci aspetta al di sotto della superficie di un mare senza scogli, o terra ad orientarci, e il male diviene sempre più forte, rimane nascosto e poi risale a galla, solo per respirare e mostrarci che esiste e non ce ne libereremo mai. Siamo un po' tutti Achab, siamo un po' tutti il riflesso oscuro di quel male bianco, senza nome che ci affligge. Soffriamo del vuoto che siamo, come quando scaviamo in noi stessi e alla fine arriviamo al punto che non riusciamo più ad andare avanti e non è perchè abbiamo toccato il fondo, è perchè il fondo non c'è e ci manca la terra sotto i piedi.
Scrivere Scrivere Scrivere finchè non sentiremo affievolirsi il vuoto e crederlo colmato con la verità di un secondo che appena afferri è già fuggita e a nulla vale renderla nelle parole, sarà sempre un ombra in fuga da noi, dalla sua casa e dalla nostra anima. E' una questione ri respiri, si vive morendo, ogni respiro è il progressivo invecchiarsi di un corpo che per la sua profonda corporeità è il più spirituale degli spiriti che ci pervadono. Lode al corpo! Onore al corpo! Maledetto il corpo e questo immenso morire di vita, quasi che fossero facce diverse della stessa squallida medaglia che ci si porta appesa al collo dal giorno in cui tutto ciò si è cominciato. Non voglio stare a pensare, non sto pensando, sto scrivendo briciola dopo briciola la sensazione di un buon pezzo di pane da mangiare.

Fame-Disgusto-Raccapricciante-Parola
E-Silenzio-Dannato
Sacrilego
Affronto-Al-Dio-Stitico
Che-Soffre-In-Eterno
E-Così-Schifosamente-Orrendamente

*Fame-Disgusto-Raccapricciante-Parola
E-Silenzio-Dannato
Sacrilego
Affronto-Al-Dio-Stitico
Che-Soffre-In-Eterno
E-Così-Schifosamente-Orrendamente
Fragilmente
Umano.
 
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