°Jo.Sawyer° |
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| o be...secondo me dipende dalle persone. Delle volte i problemi giungono quando ancora non siamo chiari a noi stessi, perciò neanche noi ci conosciamo a pieno. Questo causa inquietitudine e insoddisfazione. . . non sappiamo fino a che punto siano sviluppate le nostre capacità, sempre se di capacità si può parlare. Siamo confusi e per questo motivo vogliamo scappare. Un'altra cosa è conoscere noi stessi e non piacerci. Sapere di non essere capaci a far qualcosa o saper e fare qualcosa che invece ci disgusta. Quando si tratta di noi stessi il discorso si complica...e io non vedo via d'uscita. Certo, ho solo 17 anni e spero di ricredermi moolto moolto presto! xD CITAZIONE La vita è un ospedale dove ogni malato è in preda al desiderio di cambiare letto. Questo qui vorrebbe soffrire davanti alla stufa, e quello là crede che guarirebbe accanto alla finestra. A me sembra sempre che starei bene là dove non sono, e questa questione del traslocare è una di quelle che sto continuamente a dibattere con la mia anima.
«Dimmi, anima mia, povera anima infreddolita, che ne diresti di abitare a Lisbona?
Lì deve fare caldo, e così potresti riprendere forza come una lucertola al sole. È una città in riva al mare; dicono che è tutta fatta di marmo, e chela gente ha un tale odio per la vegetazione che strappa via tutti gli alberi. È un paesaggio di tuo gusto; un paesaggio fatto di luce e di minerale, e dell'elemento liquido che li riflette!».
La mia anima non risponde.
«Se è vero che ami tanto il riposo unito allo spettacolo del movimento, perché non andare ad abitare in Olanda, in quella terra beatificante? È probabile che ti divertiresti in quella contrada di cui spesso hai ammirato l'immagine nei musei. Che ne diresti di Rotterdam, tu che ami le foreste di alberature, e le navi ormeggiate ai piedi delle case?».
La mia anima resta muta.
«Batavia forse ti sorriderebbe di più? È lì che troveremmo lo spirito dell'Europa sposato alla bellezza tropicale».
Non una parola.
- Che sia morta, la mia anima? - «Sei dunque arrivata a un tale punto di torpore che ti compiaci solo del tuo male? Se è così, fuggiamo verso quei paesi che sono analogie della morte. - Ho capito quello che ci vuole, povera anima! Faremo i bagagli per Torneo. - Andiamo ancora più lontano, all'estremo limite del Baltico; ancora più lontano dalla vita, se possibile; stabiliamoci al polo. Là il sole sfiora la terra solo obliquamente, e il lento alternarsi della luce e della notte sopprime la varietà e aumenta la monotonia, questa metà del nulla. Là potremo prendere dei lunghi bagni di tenebre, mentre, per divertirci, le aurore boreali ci manderanno di tanto in tanto i loro cesti di rose, come riflessi di un fuoco d'artificio dell'Inferno!».
Finalmente la mia anima esplode, e saggiamente mi grida: «Non importa dove! Non importa dove! Purché sia fuori di questo mondo!». Ecco, parlavo di questo passo di Baudelaire tratto dallo Spleen di Parigi! Consiglio anche La vita Autentica di Mancuso! parla appunto del tema di cui stiamo parlando noi
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